
Rapporto Federculture: nel 2006 spesa e presenze in aumento
Ma nelle grandi città sono a rischio gli investimenti
Cresce la cultura in Italia
Il teatro batte lo sport
I giovani sono i maggiori fruitori: uno su tre "crea" arte
di FEDERICA MACCOTTA
ROMA - Il teatro supera lo sport, i giovani vanno alle mostre più che ai concerti rock, le grandi città sono quelle che investono maggiormente ma che potrebbero subire la più pesante battuta d'arresto. Appare piena di sorprese e paradossi, la situazione della cultura in Italia fotografata dal quarto rapporto Federculture.
I dati analizzati, quelli che riguardano il 2006, restituiscono l'immagine di un Paese ricco di stimoli culturali che tuttavia fatica a sostenere gli investimenti e a gestirli. Per questo motivo, il trend che sta prendendo piede è quello delle sovvenzioni private e delle esternalizzazioni.
Spesa. Tante sorprese, dunque, arrivano dal rapporto. La prima, quella più concreta nel portafoglio degli italiani, riguarda la crescita della spesa per lo spettacolo: nel primo semestre del 2006, mentre i consumi in generale aumentavano dell'1,4 per cento, la voce cultura del bilancio familiare faceva un balzo avanti del 6,5 per cento.
Da capogiro i risultati del teatro: 14,5 per cento di presenze in più, addirittura 29,1 di spesa. Si registra così, nell'anno dei Mondiali, un sorpasso di Shakespeare su Cannavaro: sia per presenze che per spesa, infatti, le attività teatrali hanno superato quelle sportive. Cresce anche il cinema (14,2 per cento), mentre sono in flessione concerti e balletti (rispettivamente -5,4 e -5,8 per cento).
Giovani. I principali protagonisti della cultura made in Italy sono i giovani tra i 14 e i 29 anni: non solo fruitori, ma anche "creatori" di cultura. I ragazzi fanno incetta di mostre come di danza, di cinema, teatro o concerti. Molta meno attenzione la dedicano alla musica classica e alla lirica. Il freno principale al consumo culturale, secondo l'86,7 per cento, sta nel suo costo: una diminuzione del prezzo di biglietti sarebbe salutata con un'ulteriore crescita. Vengono chiesti inoltre, dagli under 30, maggiori sostegni alla produzione culturale giovanile: un ragazzo su tre si dedica infatti a qualche attività artistica. I servizi più necessari, secondo i diretti interessati, sono occasioni e spazi per dare visibilità alle opere giovanili, un supporto informativo, agevolazioni economico-fiscali.
Grandi città. Nella Penisola, sono soprattutto i grandi comuni a investire in cultura e a veder aumentare il consumo: Roma, Milano, Firenze, Torino, Venezia e Genova in testa. Eppure proprio nei maggiori centri la cultura potrebbe subire un arresto: a causa dei tagli alle spese, molti progetti sono a rischio e i fondi a disposizione calano a vista d'occhio. Rispetto al 1998, le grandi città hanno ridotto in media la spesa culturale del 61 per cento, mentre in Finanziaria è stato destinato al ministero dei Beni culturali lo 0,29 per cento del bilancio statale (nel 2002 era lo 0,35 per cento).
Ma a volte a mancare non sono tanto i soldi quanto la capacità di saperli utilizzare: insomma, a causa di pecche gestionali, non si sfrutta ciò che c'è a disposizione. Per questo motivo, accanto a una crescita degli investimenti privati, sta prendendo piede anche una riorganizzazione legata alla nascita di soggetti autonomi e a una politica di esternalizzazione.
1 commento:
... e finalmenteeeee!!!! :D
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